Vincenzo Cicogna

Personal Freedom is an asset

Come organizzare il tuo cash flow

Organizzare e pianificare la distribuzione del cash flow tra i fondi risparmio ed investimento è un elemento chiave della finanza personale.

Il cash flow è la ricostruzione del flusso monetario di una qualunque attività economica.

Il cashflow aiuta a comprendere la capacità di una azienda, famiglia o progetto di autofinanziarsi.

Per esprimere meglio il concetto, il cash flow aiuta a capire se il progetto in questione si autosostiene e non ha bisogno di un ausilio esterno.

Il concetto di cash flow può essere applicato a svariati soggetti.

Si può parlare di cashflow nel rendiconto famigliare, o nel rendiconto finanziario di un’ azienda, oppure personale.

Lo strumento che meglio descrive  e riassume il concetto di cash flow è un elenco di tutte le nostre spese ed i nostri guadagni raccolti in un determinato lasso di tempo.

Valutare il cashflow ci aiuta a capire quanto siamo in grado di fare business o, nel caso personale, di gestire i nostri soldi. 

Come costruire un cash flow

Qualunque strumento può essere adatto per registrare il cash flow.

Si può usare un quaderno, oppure un foglio excel, oppure un app dove si andranno a registrare tutti i movimenti che si fanno in un determinato intervallo di tempo.

Non importa tanto lo strumento che si usa perchè a fare la differenza sono:

  • la costanza e la cura nel tenere aggiornato il documento;
  • la manutenzione del documento stesso;
  • la rendicontazione periodica.

Attraverso questi 3 punti si ottiene un ottimo strumento utile a monitorare e comprendere meglio dove vanno a finire i nostri soldi.

I criteri di classificazione del cash flow

Il cash flow è costituito da una macro suddivisione importantissima, ovvero le entrate e le uscite, dette anche cash in e cash out.

A questa macro suddivisione possiamo applicare un’ulteriore suddivisione più di dettaglio, categorizzando meglio i cash in e cash out.

Ad esempio, potrebbe essere necessario distinguere tra i cash in, cosa si incassa come income costante che può essere il salario o il canone di locazione che ci paga il nostro inquilino, oppure income variabile, come rimborsi, commissioni, interessi, o dividendi.

Anche il cash out può essere suddiviso in spese fisse e variabili.

Le spese fisse sono quelle ricorrenti e sempre dello stesso importo.

Ad esempio, il mutuo o l’affitto, la rata dell’auto, le assicurazioni, la manutenzione ordinaria ecc..

Le spese variabili invece possono cambiare di mese in mese. 

Tra queste figurano le spese alimentari, delle utenze o degli imprevisti ad esempio.

Un trattamento particolare bisogna dedicarlo agli investimenti.

Anche gli investimenti devono in qualche modo essere inseriti nel cash flow.

Il motivo è semplice: se destiniamo una certa cifra per un investimento di lungo periodo, non sarà disponibile nelle nostre tasche per molto tempo, quindi in pratica è come se avessimo speso quella cifra.

In realtà questa cifra non è una vera e propria spesa, ma ricade in un’altra contabilità che in gergo economico prende il nome di Stato patrimoniale.

In breve lo stato patrimoniale registra le attività e le passività.

Le attività sono tutte quelle voci in termine di investimento, credito e liquidità.

Le passività raccolgono tutti i finanziamenti ed i debiti che si hanno verso terzi.

Ho realizzato questo foglio excel che ci aiuta a capire meglio i concetti.

Da questi due documenti dobbiamo monitorare costantemente due metriche:

  • Un flusso di cassa positivo
  • Il valore degli assets maggiore rispetto al valore delle passività.

Se si riesce a mantenere questi due indicatori in questo modo, si è sulla strada giusta per raggiungere l’indipendenza finanziaria.

Come ottimizzare il flusso di cassa per l’indipendenza finanziaria

Dopo questa premessa su cosa è il cash flow e lo stato patrimoniale, come tracciare tutto in questi due documenti e come interpretare i dati si può studiare un sistema per distribuire il proprio cash flow nello stato patrimoniale.

Non tutto il cash flow deve essere riversato al 100% nello stato patrimoniale.

Il cash flow è il motore dell’economia e finanza, e una buona parte di questo deve finanziare il nostro patrimonio.

Lo stato patrimoniale è un progetto per il futuro, ed in quanto tale si deve continuamente rifornire di nuovo flusso di cassa e ripulire da eventuali debiti o passività.

Per riassumere il meccanismo che bisogna seguire ho realizzato questo schema:

In pratica dal cash flow si deve impostare la propria finanza personale, con un setup tale da farci risparmiare una certa cifra ogni mese. 

Questa percentuale di risparmio è riportata nella freccia centrale.

Di questa liquidità che entra nello stato patrimoniale si deve prevedere una ridistribuzione tra vari fondi.

In genere meglio dividere i fondi in 3 macro categorie come riportato nello schema.

Il fondo a lungo termine ha come obiettivo almeno 10 anni, e finanzierà la nostra pensione o gli studi formativi dei nostri figli.

Il fondo a breve termine deve far fronte invece ad eventuali spese pianificate, come vacanze, corsi di formazione, e fondi per eventuali manutenzioni straordinarie ed ordinarie.

Infine i fondi speculativi possono essere utilizzati per attività molto rischiose, come trading o investimenti in cripto. Dato che buona parte del nostro patrimonio presente e futuro è messo in sicurezza, se perdessimo questa piccola parte del nostro patrimonio saremmo comunque protetti.

Prima di destinare questa quota risparmio a dei fondi di investimento, bisogna dare la precedenza a costruire un fondo di emergenza.

Come mettere in pratica 

Per mettere in pratica una distribuzione automatica del cash flow possiamo usare diversi strumenti.

Io personalmente utilizzo il famoso Spreadsheet di Google.

Basta creare una tabella dove elenchiamo da una parte tutti i fondi che vogliamo creare, la loro indicazione temporale e l’obiettivo che andranno a sanare.

Nella colonna dell’importo, si inserisce una certa percentuale o dell’income in corso oppure di una quota destinata al risparmio.

Faccio questa operazione mensilmente, il giorno stesso che arriva lo stipendio.

In questo modo riesco a mettere da parte la cifra che voglio, prima che tutte le spese del mese vengano addebitate.

Ricordo la famosa citazione del grande Warren Buffet:

“Non risparmiare ciò che resta dopo la spesa, ma spendi quello che rimane dopo aver risparmiato.”

Se si vuole automatizzare questo meccanismo è molto semplice, io lo faccio con bonifici automatici o con i piani di investimento della mia banca.

Per chi usa ad esempio Fineco, esiste un piano automatico chiamato ETF Replay, con il quale si possono settare le quote da investire ogni mese e settare il giorno in cui tale importo viene detratto.

In questo modo l’addebito sarà fatto in modo automatico senza richiedere il nostro intervento.

Separare i conti per ottimizzare il cash flow

Un approccio molto utilizzato per ottimizzare la gestione del cash flow, è la diversificazione in più conti. 

L’approccio consiste nell’aprire diversi conti, in genere almeno 2, dove:

  • un conto è riservato a ricevere tutti gli income mensili, ed è strumentato per pagare tasse e spese.
  • un altro conto invece è riservato all’accumulo (generalmente si parla di conto deposito).

In questo modo nel conto principale ogni mese girerà soltanto il circolante necessario ai movimenti essenziali, ed il resto sarà automaticamente distribuito tra il conto liquidità oppure tra i conti dei vari broker, o della banca stessa, che provvederanno all’acquisto dei prodotti finanziari.

Un altro approccio consiste nell’avere soltanto un conto corrente, con un controllo manuale della liquidità. Ci si impone manualmente un saldo minimo che il conto deve avere come deposito di emergenza, e tutto il surplus viene investito con il servizio di brokeraggio della banca stessa oppure attraverso broker esterni.

Non c’è un approccio migliore dell’altro.

A scegliere ci aiuta la nostra disponibilità e voglia nel dover gestire più conti correnti nelle nostre rendicontazioni.

Il mio approccio è il primo, con una piccola variante.

Ai due conti aggiungo anche una ricaricabile dove ogni mese inserisco un importo fisso.

Se viene speso tutto nel mese in corso, non aggiungo altro fino al mese successivo.

Se avanza qualcosa questo si andrà ad aggiungere all’importo già destinato per il mese successivo. 

Conclusioni

Organizzare il proprio cash flow è un passo essenziale dopo aver creato un piano finanziario. Il passo successivo è renderlo il più possibile automatico.

In questo modo non dobbiamo preoccuparci di come venga smistato e quindi possiamo concentrarci soltanto su come aumentare le nostre entrate ed accelerare il processo di indipendenza finanziaria.

Ritengo inoltre che utilizzare strumenti come spreadsheet e simili, ci mettono davanti la realtà e ci aiutano a comprendere bene cosa sta funzionando e cosa no, oltre che velocizzare i processi.

Come ultima raccomandazione, non è mai troppo tardi per cominciare.

Se non avete mai fatto un lavoro del genere con i vostri risparmi, è ora il momento giusto per cominciare.

Utilizzate pure lo spreadsheet che ho condiviso come base per costruirne uno tutto vostro e cominciare ad organizzare il vostro cash flow.

Il cash flow è un indicatore dinamico, ed in quanto tale avete bisogno di strumenti dinamici.

É ora di mettere da parte la vecchia calcolatrice e cominciare a fare sul serio.

Saluti Estivi

Con questo articolo colgo l’occasione per augurarvi delle buone vacanze estive.

Il mese di agosto le pubblicazioni subiranno dei rallentamenti, e riprenderanno a pieno ritmo a settembre.

Buone vacanze.

Condividi con i tuoi amici:

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Torna in alto