Vincenzo Cicogna

Personal Freedom is an asset

Cambiare Carriera: Gestire è meglio che progettare?

Da cosa capiamo il momento giusto per cambiare carriera?

Più volte mi sono ritrovato a farmi questa domanda, senza arrivare ad una risposta soddisfacente ed esaustiva. Cambiare Carriera è sempre un dilemma soprattutto per chi ama follemente il suo lavoro. 

Nelle carriere tradizionali, come ad esempio medici, ingegneri o economisti, il primo cambio di carriera è quello che desta più preoccupazioni. Il motivo principale è che per la prima volta nella propria esperienza lavorativa si assiste ad un cambio radicale delle proprie mansioni, uno scalino un po’ troppo alto per farlo tutto in un colpo.

Ho individuato che il maggior accumulo di stress da transizione si manifesta in due particolari passaggi:

  • da tecnico a manager
  • da manager ad executive

Questo stress da transizione è dovuto principalmente a diversi fattori, accomunati da:

  • incertezza della nuova mansione lavorativa
  • sintomo dell’impostore
  • abituarsi a dare commesse
  • abituarsi a gestire e fare critiche con maggior accortezza (a proposito, hai letto l’articolo su Come affrontare le critiche? )
  • soprattutto per il secondo punto, digerire un cambio contrattuale, con meno protezioni, più rischi e naturalmente una retribuzione molto più elevata.

In questo articolo mi concentro maggiormente sulla prima transizione, ovvero cambiare carriera da tecnico a manager (o leader se volete).

Premetto che non è il mio caso, ma capitava spesso di discuterne in pausa caffè, quando ancora era permesso.

Piccola parentesi, ho già parlato di carriere nell’abstract del libro Office of card, e oggi è disponibile anche un sito web.

Proviamo ad immedesimarci nella mia situazione. Ho studiato ingegneria con l’aspirazione di diventare un bravo ingegnere in grado di progettare qualcosa di utile per la società. Ad oggi possiamo dire che un buon 60% della frase precedente è stata raggiunta, per l’altro 40% ho qualche dubbio. Ma digressioni a parte, l’obiettivo è quello di assimilare più competenze tecniche possibili per continuare a migliorarsi ed accettare sfide sempre più complicate. Credo che tutti gli ingegneri come me saranno sicuramente d’accordo con questa mia ultima affermazione. Altrimenti perché scegliere ingegneria?

Cosa significa progettare?

La progettazione e la realizzazione di un prodotto o una soluzione che si concretizza davanti ai tuoi occhi ti dà una soddisfazione indescrivibile, quasi come un figlio o come una tua creatura, che ti spinge ad andare avanti, a migliorarla, ad ottimizzarla e quasi venerarla. Le realtà aziendali che riescono a coltivare, accudire e tutelare questi piccoli nidi di passione non avranno mai problemi di turnover e con il personale in generale.

Questo significa progettare, far sì che venga concretizzata e studiata una soluzione ad un problema. 

Cosa significa gestire?

Passare dal coinvolgimento tecnico nella progettazione e creazione, con le mani in pasta per intenderci, ad un ruolo di coordinamento e pianificazione, richiede la consapevolezza di una serie di punti che bisogna essere pronti a sacrificare e mettere da parte.

Il diretto controllo di tutto e di tutti: Non è possibile!

Se si vuole cambiare carriera mantenendo alto il livello di controllo e consapevolezza di ogni singola attività, ci si caricherà soltanto di stress aggiuntivo. 

Gestire significa supportare, comunicare e soprattutto monitorare attivamente il tuo team, i tuoi collaboratori ed i tuoi partner. Se si è in grado di fare tutto, che senso ha avere un team?

Come avviene la transizione?

La transizione può avvenire in due modi:

  • Autoproposta
  • Proposta del tuo responsabile o della tua azienda.

Se si è nel primo caso, e l’azienda dà l’opportunità di fare il grande passo, si è fortunati.

Se si è nel secondo caso, poniti qualche domanda.

Attenzione: non dico che è sempre un brutto segno, ma nella maggior parte dei casi si deve accendere un campanello di allarme. 

Se viene proposto di cambiare ruolo:

  • i tuoi responsabili vedono in te ottime potenzialità di gestire un team, ed hanno anche recepito la tua disponibilità ad affrontare questo passo
  • il tuo team è in dismissione o in esubero e stanno cercando di ricollocare le persone in altri ruoli o mansioni
  • il tuo modo di lavorare non è nelle grazie del nuovo capo
  • un modo carino per dirti: dedicati ad altro.

Dal mio punto di vista cambiare carriera è un’esigenza ed una volontà che deve nascere da te. Non deve essere l’azienda ad invitarti a farlo, al massimo può consigliartelo (non troppo caldamente però).

Un altro punto su cui prestare particolari attenzioni è come avviene questo passaggio.

Se viene proposto formalmente, con una chiara descrizione del nuovo perimetro di responsabilità e mansione, ed un aumento della tua retribuzione, opportunamente giustificata e motivata, si è in buone mani. La tua azienda ha delle aspettative chiare su di te e sul tuo futuro.

Se viene proposto in maniera informale, stai facendo un favore a qualcuno. In questo caso, non cullarti sull’eventuale aumento proposto. Il dubbio su ciò che devi fare e sul tuo ruolo si trasforma presto in stress alla prima occasione.

Fai sempre in modo di essere tu a decidere se e come cambiare carriera, e non permettere alla tua azienda di decidere per te.

Trade off stipendio posizione

Sento spesso questa affermazione: “Con il ruolo tecnico puoi arrivare fino ad un certa cifra, poi devi passare al management”. 

Non è del tutto vero, ma neanche del tutto falso. Le due cose possono coesistere, ma non so quanto ne valga la pena.

Per posizioni prettamente tecniche, focalizzate sulla risoluzione dei problemi puntuali, non c’è speranza, è proprio così.

Per posizioni tecniche invece focalizzate sulla ricerca di una soluzione ad un problema di più alto livello, ci si può lavorare.

Faccio un esempio. 

Se per anni si è progettato singoli componenti meccanici, come ingranaggi, diventando molto bravi nell’ingegnerizzazione e caratterizzazione meccanica di questo piccolo componente, la crescita sarà proporzionale alla propria specializzazione fino ad un certo punto. Resta pur sempre un ingranaggio!

Se invece riusciamo a costruire una soluzione, partendo dall’esperienza acquisita con il tempo, magari delegando la progettazione del singolo componente al proprio team, forniamo un prodotto con un valore aggiunto molto più alto. In questo caso le aspettative di crescita saranno molto più alte.

Come far parlare più componenti tra loro non è un lavoro da manager, ma serve un tecnico che sia in grado di coordinare le attività per arrivare al prodotto finale.

L’aspetto negativo è quello di avere una doppia responsabilità. Se le cose dovessero andare male hai sbagliato in due aree, sia nell’area tecnica che gestionale. 

Quali sono le valutazioni da fare prima di cambiare carriera?

Come tutti i cambiamenti, bisogna imparare a gestirli. La prima domanda è: quanto stressante può essere questo cambiamento per me e per le mie performance lavorative? Se si è un tipo ostile al cambiamento, predisposto a fare le cose sempre nello stesso modo e non aperto a strade alternative, potremmo trovarci di fronte a una situazione molto stressante. Resta dove sei, o punta a un posto pubblico.

Quanto amiamo il lavoro che stiamo facendo oggi e quali prospettive di crescita ha nel futuro? Per intenderci il ruolo e la mansione che abbiamo oggi è una mansione a scadenza? Il mondo avrà ancora bisogno di questo tra 10 anni? 

Se sì, guardiamoci intorno per capire come migliorarla, ottimizzare ed automatizzare. 

Se no, guardiamoci intorno per capire come pianificare la transizione verso qualcosa dove riciclare le nostre conoscenze. 

Conclusioni

Cambiare carriera non è semplice, ma è una decisione che spetta a noi e non deve essere subita. Se si hanno degli obiettivi e delle aspettative, non aspettiamo che qualcuno decida per il nostro futuro, per poi lamentarsi e autoflagellarsi. Se non si riesce a trovare un’azienda disposta a darci quello che vogliamo, creiamola, altrimenti capiamo cosa vuole il mercato e cosa combacia con ciò che vogliamo noi.

Naturalmente non si può fare il 100% delle cose che si ama fare, ma farne l’80% è già un grande successo. 

Buona carriera a tutti.

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